Queste facili ricette

da | Dic 3, 2017 | News |

Mi capita spesso di imbattermi in diversi articoli, anche di giornali importanti, che continuano a pubblicare notizie su come bisognerebbe gestire i momenti di litigio nella coppia, o quali sono le giuste ricette per rendere felice un rapporto di lungo periodo. Comprendo che i media sono affamati di ricette semplici e di facile comunicazione con l’obiettivo di raggiungere il maggior numero di persone. Comprendo anche che le persone sono affamate di soluzioni su come migliorare le loro relazioni, o di avere almeno la speranza che cambiando un comportamento, il proprio partner e di conseguenza la propria relazione di coppia, possa migliorare. Purtroppo spesso questi articoli descrivono soluzioni ai conflitti o alla gestione del rapporto di coppia assolutamente inutili, e anzi dannose a causa della superficialità con cui viene descritta la “ricetta segreta” per la felicità di coppia.
Le facili ricette hanno infatti un grave problema, sono basate sull’assunto che a guidarci nella soluzione dei problemi di coppia debba essere il pensiero razionale, tipo “bisogna accettare il compromesso, perdere qualcosa a livello individuale per il bene della coppia”, oppure, “fate spazio alla comprensione emotiva reciproca”, fino ad arrivare al best seller del consiglio di buon senso: “c’è una difficoltà comunicativa che va affrontata, parlatene con il vostro partner”!
Sono anni che come terapeuta seguo le coppie e vi assicuro che aiutarle a modificare le sofferenze e in generale i problemi di una coppia tramite il ragionamento o il miglioramento della comunicazione è un compito frustrante e inutile. Quando litighiamo, tutti pensiamo che il nostro partner ha torto, è egoista, è cattivo e non ci capisce; quando comunichiamo con il nostro partner durante un litigio, tutti pensiamo che non ci ascolta e che è insensibile o irragionevole.
In quei momenti c’è ben poco da fare perché durante i litigi con il nostro partner, nel cervello vengono attivate delle strutture che generano emozioni di rabbia e siamo dominati dalla paura che l’altro non c’è per noi, e che in fin dei conti rimarremo soli, sentimenti e emozioni che si trovano molto lontano dalla parte razionale del cervello. Pensare di dover comunicare meglio durante un conflitto è quindi inutile. L’unica strada da percorrere e quella di rivolgersi a quella parte del cervello che è in crisi di fronte all paura della perdita: la parte emotiva.
Solo attraverso una consapevolezza della propria vulnerabilità è possibile raggiungere il proprio partner su un piano condiviso. È un concetto chiaramente difficile da comprendere in un breve articolo con delle frasi spot, penso che occorra comunque impegnarsi maggiormente per divulgare al grande pubblico quelli che sono i risultati della ricerca, al di là dello sterile “buon senso”.

Andrea Pagani

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